GLI ONESTI DELLA BANDA
liberamente tratto dalla sceneggiatura della Banda degli Onesti di Age e Scarpelli
spericolata riscrittura di Diego De Silva e Giuseppe Miale Di Mauro

regia Giuseppe Miale Di Mauro

con Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino,
Irene Grasso, Adriano Pantaleo, Luana Pantaleo
con la partecipazione di Anna Stabile del gruppo #GiovaniO’Nest
con la partecipazione straordinaria di Ernesto Mahieux

scene Luigi Ferrigno
costumi Giovanna Napolitano
luci Luigi Biondi e Giuseppe Di Lorenzo
musiche originali Mariano Bellopede

organizzazione Carla Borrelli
segreteria organizzativa Valeria Zinno
ufficio stampa Valeria Aiello
foto di scena e grafica Carmine Luino
una produzione Nest Napoli est teatro/Casa del Contemporaneo

uno spettacolo della Compagnia Nest

«Abbiamo deciso di ritornare a una tematica che ci appartiene – racconta Giuseppe Miale Di Mauro – , torniamo a occuparci di legalità, ma tenendo ferma la necessità di ricercare altri codici, più moderni e meno realistici. Così abbiamo pensato che la leggerezza potesse essere un modo nuovo di affondare l’occhio nel reale, di raccontare i meccanismi che attanagliano la società, facendo in modo che il pubblico percepisse certe dinamiche come universali. La strada della commedia brillante ci è sembrata rispondere a queste esigenze e per fare in modo che la nostra commedia mantenesse uno spessore anche di indagine sociale, abbiamo chiesto ad un grande scrittore come Diego De Silva di collaborare al progetto. Il nostro Gli onesti della banda, riprendendo uno dei testi più famosi della tradizione comica, ripercorre le difficoltà del precariato moderno, mostrando come anche le persone oneste possano trovarsi invischiate nei meccanismi dell’illegalità, loro malgrado, vittime e carnefici ad un tempo. I nostri “onesti” dovranno fare i conti con la loro disonestà. Questo è il punto dolente, perché scoprono che la disonestà ha una forma tentacolare. È una morsa, da cui paradossalmente “gli onesti” tornano a sentirsi liberi solo nel momento in cui si trovano a scontare la pena delle loro azioni di malaffare».

LA RISCRITTURA

Interpreti e personaggi
ADRIANO PANTALEO /TONINO, portiere
IRENE GRASSO/ ANGELA, sua moglie
GIUSEPPE GAUDINO / PEPPINO, tipografo
LUANA PANTALEO/ GIULIA, sua sorella
IVAN CASTIGLIONE/ MICHELE, finanziere
FRANCESCO DI LEVA/RAGIONIERE CASORIA, amministratore di condominio e traffichino
ERNESTO MAHIEUX/ MIMMUCCIO, camorrista
ANNA STABILE/ ASSUNTA, giovane donna delle pulizie

Tonino è un giovane di 35 anni, laureato a pieni voti in filosofia che dopo anni in cui ha cercato lavoro invano, decide di ereditare la portineria del defunto padre. Sposato con l’avvenente Angela, ha un fratello che fa il finanziere a Milano, Michele. Il migliore amico di Tonino si chiama Peppino.
Peppino gestisce con difficoltà la vecchia tipografia di famiglia attanagliato dai debiti che ha fatto per comprare nuovi macchinari e adeguarsi alla tecnologia che avanza spedita. Peppino vive con Giulia, sua sorella e fidanzata di Michele.
Il Ragioniere Casoria è l’amministratore del palazzo in cui Tonino fa il portiere. È un traffichino, un uomo sempre in bilico tra la legalità e l’illegalità, che tenta continuamente di minare il senso civico e l’onestà del povero Tonino. Una volta gli propone di fregare i condomini per i lavori di ristrutturazione del palazzo, un’altra volta gli propone di convincere la signora Barbato a vendere la nuda proprietà. Tonino è un ragazzo integerrimo e rifiuta categoricamente ogni proposta indecente dell’amministratore mostrando anche un leggero fastidio all’ennesimo tentativo del Ragioniere. Ma un giorno il Ragioniere Casoria si presenta da Tonino con una valigia nella quale c’è un cliché originale, nonché della carta filigranata per stampare banconote da 10 euro. Tonino non ne vuole sapere e mette alla porta il Ragioniere che vistosi alle strette chiede a Tonino almeno il favore di tenere nascosta in portineria la valigia.
Con il cliché Casoria porta anche una brutta notizia al povero Tonino: il condominio vuole vendere la casa dove vivono Tonino e Angela per pagare i lavori di ristrutturazione dei balconi. L’unico modo per non perdere la casa e per non rovinare definitivamente il rapporto con Angela, ormai giunta al limite della sopportazione, è accettare la proposta del Ragioniere Casoria. Ma Tonino accetta solo se al suo fianco c’è l’amico Peppino, che anche lui, dal canto suo, è disperato. Ogni mese deve versare il pizzo a Mimmuccio, manovale della camorra, che lo inquieta. I due nonostante siano attanagliati dall’angoscia e dall’impossibilità di trovare una soluzione onesta a quella condizione, non hanno scelta se non quella di accettare l’offerta di Casoria, e dopo una furtiva riunione notturna danno vita a una piccola banda di falsari. Ma poi Michele viene trasferito a Napoli proprio nella sezione tributaria e le cose cambiano…