Fine pena ora

di Elvio Fassone
Adattamento e Regia Simone Schinocca
Con Salvatore D’Onofrio, Costanza Maria Frola, Giuseppe Nitti
Assistente alla regia Valentina Aicardi
Scenografia e light design Sara Brigatti / Florinda Lombardi
Costumi Agostino Porchietto
Diario di bordo Social Alessandra Scatà
Foto Emanuele Basile
Distribuzione Carlotta Lando
Grafica Silvio Giordano
Coproduzione Tedacà e Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale 


in collaborazione con Festival delle colline Torinesi

Fine pena ora

Una corrispondenza lunga 34 anni fra un ergastolano e il giudice che l’ha condannato. Questo è Fine pena ora, tratto dalla storia – vera e autobiografica – descritta dal testo omonimo di Elvio Fassone, magistrato ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Oltre alla messa in scena del libro, la drammaturgia dello spettacolo è frutto di una serie di interviste a Fassone, dove l’autore ha raccontato l’evoluzione della sua amicizia con Salvatore negli anni successivi la pubblicazione del libro.
Nella messa in scena il pubblico vie- ne proiettato nella cella di Salvatore (interpretato da Salvatore D’Onofrio), ormai cinquantacinquenne che ha già scontato oltre trent’anni della sua pena e che sente di non riuscire più a sostenere una vita in carcere senza possibilità di uscita. Il suo sonno è tormentato dagli in- cubi, i demoni di un uomo condan- nato all’ergastolo, nella cui scheda, di fianco al suo nome, compare la scritta fine pena: mai. Come si può placare una condanna del genere? Con delle lettere e un’amicizia ina- spettata. Ed ecco che in uno dei suoi sogni compare il “Presidente”, con le fat- tezze del giovane uomo conosciuto all’inizio della sua esperienza car- ceraria. Quel magistrato che ha pro- nunciato la sentenza definitiva, ma che gli ha poi spedito in cella il libro Siddharta di Herman Hesse e una lettera con una frase che lo invitava a non perdere la speranza.