22 ottobre 2022 – ore 21

Ridire parole a fare male
di Luca Persico
con Luca Persico (‘O Zulù), Edo Notarloberti, Francesca De Nicolais
musiche Edo Notarloberti – costumi Rita Russo
aiuto regia Anna Carla Broegg
spazio scenico e regia Pino Carbone
management e distribuzione Michele Mele
cura della comunicazione\relazioni con la stampa Rosalba Ruggeri
produzione Musica Posse sas di Diego Magnetta & C
in collaborazione con Progetto Nichel

Ridire è un reading, un concerto, una performance e uno spettacolo teatrale. Qualcosa che nasce da una dimensione personale e che assume una dimensione collettiva in ogni affondo e in ogni sospensione, in ogni battuta e in ogni pausa. Ridire nasce dall’esigenza della parola per diventare musica e poi tornare ad essere parola. Nasce da un percorso e da un’esperienza maturata nel corso di decenni, dalla consapevolezza che gli artisti siano strumenti e voci per leggere la società e viceversa quanto la società abbia bisogno di artisti\chiavi di lettura. 1991< 2021: Trent’anni di visioni, di lotte, di inquietudini. Tre decenni di cambiamenti politici e sociali raccontati attraverso mutamenti artistici e personali. La storia è quella di un artista, ‘O Zulù, Luca Persico, il frontman dei 99 Posse: la sua scrittura, la sua voce e il suo corpo in scena diventano un racconto universale, generazionale, sociale e politico. Ridire è un viaggio tra le emozioni e i mutamenti. Un racconto che si srotola nella scrittura, come una strada lunga trent’anni. Parole, versi, questioni e motivazioni vanno a comporre una grande opera incompiuta e delineano il ritratto di un personaggio, la sua formazione, le sue battaglie. In scena con Zulù il violinista Edo Notarloberti che percorre e reinterpreta i paesaggi sonori dell’intera storia. Un dialogo a tutti gli effetti al quale si aggiunge, con voce rotta e presenza infantile, Francesca De Nicolais che ha il compito di rompere la frontalità, portando la narrazione nello spazio scenico in via di allestimento sotto gli occhi del pubblico. Tre ritmi, tre strumenti, tre linguaggi, un’unica voce.